«Dico che il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi». Al contrario di quanto afferma Leopardi nei suoi “Pensieri”, a me piace pensare che il mondo sia composto in maggioranza da persone da bene invece che da birbanti. In tempi bui come questi, e come evidentemente erano anche quelli di Leopardi, sembrano minoranza solo perché sono silenziosi o, peggio, impauriti!
Se Leopardi mi trova in disaccordo sull'apertura del suo discorso sulla natura del genere umano, mi trova molto d'accordo quando afferma «Io ho veduto più volte uomini paurosissimi, trovandosi fra un birbante più pauroso di loro, e una persona da bene piena di coraggio, abbracciare per paura le parti del birbante […] perché le vie dell'uomo coraggioso e da bene sono conosciute e semplici, quelle del ribaldo sono occulte e infinitamente varie.». Questa paura diventa paralizzante quando il birbante occupa posizioni di potere. Non necessariamente deve essere il Presidente del Consiglio (dei Ministri), anzi, la maggior parte delle persone “comuni” teme di più il potere che vede ogni giorno e con cui può venire a contatto per le cose più banali: le erbacce fuori casa da tagliare, l'asfalto stradale da rifare o da fare, la lampadina del lampione fuori casa che non funziona, la multa da non pagare, una costruzione che è meglio non vedere e così via. La lista potrebbe essere interminabile e via via più degradante. Nel momento in cui dobbiamo fare la voce grossa o, semplicemente, avanzare delle critiche ecco che iniziano i timori. Peggio ancora, ecco che l'omertà vince sull'indignazione quando sappiamo per certo che questi signori usano la loro posizione per un utile personale e non per il bene comune. Terreni agricoli che diventano edificabili come per magia; concessioni edilizie date a lavori già iniziati o, peggio ancora, già finiti; case, ville e palazzi esenti da qualsiasi imposta comunale, sono solo alcune birbanterie che i nostri amministratori quotidianamente commettono e su cui nessuno apre bocca. Perché? Per due semplici ragioni, farlo significherebbe:
inimicarsi persone a cui prima o poi anche noi potremmo chiede favori o concessioni non sempre legittime;
fare uno “sgarro” a chi ci ha già favoriti in pratiche su cui bisognava chiudere un occhio o chiuderli entrambi.
A questo punto il birbante si è guadagnato il nostro silenzio, la nostra omertà, rendendoci partecipi e complici delle sue birbanterie...diventando così anche noi dei birbanti. Pensandoci bene Leopardi non aveva tutti i torti!
Per uscire da questa situazione, da questa sorta di cortocircuito sociale, serve non avere paura. Non aver paura di perdere quello che si è ottenuto in modo illegittimo, non aver paura del futuro e contare solo su se stessi, non aver paura di ribellarsi. Spirito ribelle e coraggio sono virtù insite nell'animo giovanile non ancora corrotto dai dis-valori materiali ed effimeri che la nostra società propina invece come mete, e che nella maggior parte dei casi hanno come tramite proprio i nostri birbanti. Per questo motivo «i giovani sono il nostro futuro» non sempre è una banale frate fatta, in questo caso rappresenta la speranza di un futuro diverso, migliore. Guardando a ciò che succede in Europa, in Africa e nel Mondo, ai vari movimenti giovanili che nascono un po' ovunque e che danno vita a vere e proprie "primavere" rivoluzionarie, c'è la speranza che qualcosa possa cambiare anche per una piccola realtà come Francolise, anch'essa, purtroppo, non priva dei suoi birbanti e dei suoi predoni. Recuperiamo la capacità di indignarci, di ribellarci, di non aver paura, e quasi sicuramente il futuro che ci aspetta potrà essere solo migliore.
Knocker