Il Post, su segnalazione di un lettore è integralmente ripreso dall'articolo di Franco Bechis: "Così i sindacati truffano l'Inps: usano anche i morti", consultabile all'indirizzo http://www.liberoquotidiano.it/news/942760/Cos%C3%AC-i-sindacati-truffano-l-Inps-usano-anche-i-morti.html
Ci sono 20.992 fantasmi che fra il 2008 e il 2010 hanno inviato
all’Inps - debitamente firmato - il riassunto della propria condizione
reddituale e patrimoniale. Sono 20.922 fantasmi perché tutti erano deceduti da
tempo. Eppure dalle pratiche arrivate all’Inps sono risultati tutti
improvvisamente risuscitati, hanno fatto due conti in casa e si sono recati al
proprio Caf del sindacato di fiducia per firmare le dichiarazioni Ise e Isee.
Per ognuno di quei moduli falsi il Caaf del sindacato di turno ha ricevuto un
rimborso statale che oscillava fra 10 e 16,50 euro.
È accaduto in Campania, Calabria e Sicilia. Per un po’ tutto
è passato in cavalleria. Poi gli 007 dell’istituto di previdenza pubblica
guidato da Antonio Mastrapasqua si sono accorti che qualcosa non quadrava. E
hanno scoperto che non c’erano solo i 20.992 morti resuscitati giusto per fare
quadrare i bilanci dei sindacati truffando l’Inps. I falsi dei Caaf sindacali
erano decine di migliaia di più, dai morti viventi agli indigenti che
cambiavano reddito (e quindi dovevano fare una nuova dichiarazione Isee) sette
volte in un mese, a quelli che cambiavano residenza venti volte in un anno,
trasferendosi dalla Campania alla Sicilia o alla Calabria e viceversa, a quelli
che presentavano la stessa dichiarazione lo stesso giorno in due regioni
diverse. Una maxi truffa, che ha costretto gli ispettori dell’Inps a rivolgersi
alla procura della Repubblica di Roma presentando regolare denuncia. Lo rivela
Stefano Livadiotti sul numero dell’Espresso in edicola oggi. Anche Libero è
riuscito a trovare in procura le carte dello scandalo che sta facendo tremare
le organizzazioni sindacali nel Mezzogiorno di Italia. Perché - chi più, chi
meno - nella truffa sono coinvolti praticamente tutte le sigle dei centri di
assistenza fiscale italiani: da quelle dei sindacati tradizionali come Uil,
Cgil, Cisl, Ugl e Confsal, alle varie federazioni dei pensionati, a quelle
artigianali, dal mondo social comunista a quello cattolico.
I falsi più rilevanti sono stati commessi dal Caaf Acai
dipendenti e pensionati srl (13.705). L’Acai è l’associazione cristiana
artigiani italiani, che costituì nel 1998 il suo centro di assistenza fiscale.
L’altro campione di falsi è invece il Caaf dipendenti e pensionati Usppidap
srl, e qui in imbarazzo finisce anche il sistema politico. Perché il Caaf
Usppidap nasce nel 2001dalla fusione delle federazioni pensionati Fe.n.p.i. e
F.n.ua., ex Usppi Pensionati e Agricoltura e il protagonista di quella fusione
fu il sindacalista che aveva guidato come segretario generale entrambe le
federazioni: Vincenzo Iovine. Dal 2009 fa l’europarlamentare, dopo essere stato
candidato da Antonio Di Pietro nell’Italia dei Valori. Una volta ottenuto il
seggio Iovine però ha cambiato bandiera, ed è passato armi e bagagli nell’Api
di Francesco Rutelli. Ora la clamorosa truffa del Caaf da lui fondato all’Inps
rischia di creare nuovo imbarazzo politico.
Lo scandalo della maxi truffa sindacale all’Inps secondo i
magistrati che hanno iniziato le loro indagini potrebbe essere di proporzioni
ancora più ampie rispetto a quanto finora emerso. Gli ispettori dell’istituto
si sono messi a controllare le dichiarazioni Ise e Isee (che servono ai
cittadini per ottenere prestazioni sociali di vario tipo) in solo tre regioni,
perché da lì erano emerse singole irregolarità. È vero che in Campania, Sicilia
e Calabria i Caaf dei sindacati presentano il 42% delle dichiarazioni Isee
compilate in Italia, ma non è affatto escluso che la truffa sia presente
in altre regioni. Perché ad avere i vantaggi è soprattutto il Caaf, più che il
cittadino associato alla dichiarazione reddituale e patrimoniale. Questo è
lampante nel caso delle dichiarazioni dei 20.992 morti viventi, ma anche nelle
altre tipologie irregolari, perché il cittadino più di una prestazione sociale
non può ottenere. Mentre il Caaf ingrassa i propri bilanci con dichiarazioni
multiple e false, che riescano a passare i controlli informatici dell’Inps (che
prendono subito dichiarazioni multiple con lo stesso importo, ma non quelle
false dello stesso soggetto per importi diversi). Solo con le dichiarazioni
multiple false il Caaf Acai ha truffato all’Inps 215 mila euro, quello
dell’europarlamentare dipietrista passato con Rutelli 136 mila euro, quello Ugl
133 mila euro, quello della Uil 117 mila euro, quello della Cisl 64 mila euro.
I Caaf Cgil hanno truffato 27 mila euro in Campania, 26 mila in Sicilia e più
di 8 mila euro in Calabria. Le false denunce ipotizzate solo a questa voce
avrebbero causato all’Inps un danno di oltre 2 milioni di euro.