venerdì 21 gennaio 2011

Diritto di replica: Genitore risponde a Docente

Sono contenta che il mio intervento abbia fatto così rumore da scuotere i dormienti. Mi dispiace però di aver impegnato  le energie di “un docente deluso” per rispondere alla mia lettera, sottraendole ad un compito così importante come quello dell'istruzione ed educazione dei ragazzi. Ed è a questo proposito vorrei replicare.
Il mio intervento  non era certo lo sfogo di una persona frustrata o emotivamente non gratificata, ma semplicemente il racconto dell'esperienza fatta a contatto con la scuola di Francolise. Non ho
scritto quella lettera  perché sono una moralista e neanche per cimentarmi in sermoni da pedagogista, in questo mi permetta… è molto più bravo lei! Voglio informarla che provare disprezzo è lontano dalla mia natura, non l’ho mai provato per alcuno e non lo provo neanche ora verso di lei che nell’ostentare la sua cultura non ha lesinato insulti e considerazioni degradanti. Molto povero per un insegnante, non crede? 
Mi dispiace anche per le sue notti insonni passare a cercare risposte ai miei interrogativi, ed anche su questo punto voglio rassicurarla: le risposte che cercavo e chiedevo alla scuola di Francolise non mi sono mai state date quando le chiedevo e oggi proprio non le cerco. Quindi non si affanni può continuare a dormire sonni tranquilli.  
Deve sapere che il mio unico desiderio era far vivere ad un bambino l’esperienza scolastica a cui aveva diritto. A Francolise non ho incontrato, almeno io, disponibilità alcuna. Quasi le mie richieste, che in altre scuole sarebbero risultate normali, da noi sono sembrate “controcorrente”.
Caro docente, esternare le proprie opinioni è diritto di tutti. Credo che le discussioni e le critiche siano positive e costruttive se si è pronti ad accettarle, ma nel suo sprezzante sfogo, così aspro e offensivo, non ho letto nulla di costruttivo, solo un tentativo di far passare per malato immaginario chi si permette di parlare di problemi che sono sotto gli occhi di tutti.
I problemi di cui si parla  non  sono inventati e a testimonianza di ciò ci sono i fatti e non solo parole. Quanti anche quest'anno si sono trasferiti, essendo comunque residenti nel nostro comune? Non ha riflettuto sul perché accade tutto questo? E' così difficile ammettere che qualcosa non va?
Non è questo il sintomo di qualcosa che non funziona? Quando aprirete gli occhi?
Voglio anche precisare che  il  “College Svizzero” di cui lei parla è una scuola come tante altre, preferita per vicinanza, non perché sia vista come ”il paese dei balocchi”.  Anche questa ha i suoi problemi, come tutte le scuole, la differenza è che hanno gli occhi aperti, quando si fa presente  un problema  non fingono di non vedere, di non sapere, ma cercano di risolverli collaborando anche con i genitori.  Allora mi chiedo: perché non succede anche da noi? Perché ogni qualvolta si lancia una critica in risposta si prepara subito il terreno per la crociata a difesa della scuola, che per carità, è anche legittimo, ma da un insegnante mi aspettavo un discorso più elegante e pacato e non feroci offese o battute di cattivo gusto.
Ma purtroppo tale atteggiamento non è prerogativa solo della Scuola. Nella nostra realtà locale abbiamo una brutta abitudine che ci è entrata dentro come una malattia: mettiamo tutto sul piano politico. Oggi la politica, entra dappertutto,  nella scuola, nelle associazioni, e in tutte le manifestazioni sociali ci sono sempre due o più parti che tirano l’acqua al proprio mulino screditando gli altri, a discapito di quello che “era” lo scopo iniziale, e travolti da questa foga non  riusciamo a capire che alla fine tutto va contro i nostri comuni interessi. Per questo non miglioreremo mai.
Caro docente per quanto concerne il suo invito a non fare paragoni inopportuni sugli animali, è un paradosso detto da lei, che ha molto da imparare dal mondo animale e dalle pecore: in primis il “rispetto per gli umani”.
Credo sia doveroso da parte sua chiedere scusa,  a quei perditempo che leggono questo blog, a quei genitori  che non in linea col suo pensiero hanno mosso critiche o, addirittura, hanno portato via i propri figli dalla sua scuola. La sua arringa non è certo modello  di eleganza e riguardo verso chi ha opinioni differenti dalle sue.
Un consiglio: impari ad accettare le critiche in modo costruttivo e cerchi di insegnarlo anche ai suoi alunni.
Infine la ringrazio per i suoi auguri, anche io spero, come ogni madre, che mio figlio possa raggiungere mete professionali e sociali prestigiose, sentendosi sempre libero di poter esprimere le sue idee.
Senza Rancore

Controcorrente